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Smart e Start Invitalia: tutto quello che c’è da sapere in 5 minuti

Smart e Start Invitalia Smart&Start

Indice Contenuti

Smart e Start Invitalia è un programma di agevolazioni finanziarie promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico (attraverso Invitalia) per sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove imprese innovative.

Il programma è rivolto a startup innovative, PMI innovative e spin-off universitari e di ricerca.

E’ tra i bandi di finanza agevolata più ambiti tra le costituende o costituite imprese perché, come avremo modo di vedere, ha dei contributi importanti.

Mi è capitato di seguire startup interessate a questo bando, per la redazione del business plan, sottolinenado come la finanza agevolata possa risultare pericolosa quando fatta male.

Nell’ultima consulenza, mi sono imbattuto però in delle valutazioni difficili da comprendere soprattutto perché basate su assunti soggettivi.

In talune circostanze poi, mi è sembrato ci fossero anche delle valutazioni oggettivamente sbagliate addirittura nei calcoli (rispetto a indicazioni apprese, sui medesimi calcoli, su siti autorevoli).

La startup valutata non ha chiaramente ottenuto il finanziamento, non solo per gli aspetti operativi che riguardano le valutazioni curate da me ma anche per aspetti industriali legati al business, rispetto ai quali chiaramente non fiato perché non mi appartengono.

Dopo una premessa sullo strumento Smart & Start, che rimane valido nel suo intento (ovvero essere di ausilio allo sviluppo d’impresa), ho affrontato il tema delle contestazioni ricevute.

Lascio ai posteri la possibilità di leggere obiezioni e commenti presentati affinché non incappino negli errori di valutazione fatti da me!

I requisiti per accedere a Smart e Start Invitalia

Per accedere a Smart&Start Italia, la startup innovativa o la PMI innovativa deve soddisfare i seguenti requisiti:

  • Essere costituite da non più di 60 mesi alla data di presentazione della domanda;
  • Essere iscritta nell’apposita sezione delle imprese innovative della CCIAA;
  • Operare in uno dei settori di attività ammessi dal programma;
  • Avere un business plan valido e sostenibile.

Gli incentivi di Invitalia Smart Italia

Smart & Start prevede una serie di incentivi finanziari a sostegno della nascita e dello sviluppo di nuove imprese innovative, tra cui (in sintesi):

  • Contributi a fondo perduto per piani di impresa con spese comprese tra 100.000 euro e 1,5 milioni di euro, per acquistare beni di investimento, servizi, spese del personale e costi di funzionamento aziendale (per aziende con sede al SUD)
  • Finanziamento agevolato (a tasso zero), senza alcuna garanzia, a copertura dell’80% delle spese ammissibili per imprese con sede al NORD e al SUD;
  • Assistenza tecnica: un servizio di assistenza tecnica gratuito per la redazione del business plan e la presentazione della domanda.

Come presentare la domanda

Le domande di agevolazione per start invitalia possono essere presentate esclusivamente online sul sito, utilizzando il link: https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/smartstart-italia/presenta-la-domanda.

In sintesi

Smart & Start è un programma di agevolazioni finanziarie molto interessante per le startup innovative, PMI innovative e spin-off universitari e di ricerca. Il programma offre una serie di incentivi a sostegno della nascita e dello sviluppo di nuove imprese innovative, che possono essere molto utili per le imprese che stanno iniziando la loro attività.

Aspetti su cui fare attenzione nella stesura del business plan

Prima di indicarvi gli elementi che mi sono stati contestati e che vi lascio perché possiate confutare i dubbi sui vostri business plan, tengo a precisare che i prospetti economico-finanziari utilizzati da Invitalia mettono insieme un pò di cose di difficile comprensione per gli addetti ai lavori.

Elementi di difficile interpretazione

Per esempio è incomprensibile la motivazione per cui nel prospetto fonti/impieghi possano essere riportate nel dare spese di esercizio (costo per dipendenti e collaboratori o il costo di marketing e web marketing) che, di norma, per essere capitalizzate hanno bisogno del parere dell’organo di controllo (chiaramente se questo non c’è, del commercialista dell’impresa). Perché possono diventare oggetto di contestazione (giustamente) dell’Agenzia delle Entrate.

Altrettanto di difficile interpretazione è il fatto per cui si limita il prospetto fonti/impieghi ai soli primi due anni di attività, mentre si estende a quattro anni il conto economico riclassificato e il prospetto dei flussi di cassa, quando è noto come quest’ultimo prospetto nasca a partire dalla rielaborazione di stato patrimoniale e conto economico.

A mio modesto avviso, è importante sottolineare queste interpretazioni dei prospetti di business planning, perché possiate avere un approccio molto poco aziendalistico, giacché il bando non riprende i prospetti principe dell’economia aziendale, ovvero conto economico, stato patrimoniale e rendiconto finanziario.

Questo approccio, benché agevolativo per i “non addetti ai lavori” lascia molti dubbi sulla sua capacità di offrire uno spaccato puntuale delle potenzialità dell’impresa di resistere agli urti della vita!

Bisognerebbe poi ricordarsi che, teoricamente, questi prospetti dovrebbero essere confrontati con i prospetti di bilancio d’esercizio affinché gli imprenditori possano comprendere se quanto prospettato stia accadendo, ovvero debbano trovare strade e/o soluzioni diverse da quelle ipotizzate.

Il forward looking, tanto agognato dalle organizzazioni europee e dallo Stato con la recente riforma sulla crisi d’impresa, va a farsi benedire nella circostanza in cui non c’è possibilità di confrontare il business plan con i bilanci che l’impresa depositerà.

Vorrei ricordare come, il fatto che le startup innovative siano esentate dal fallimento per i primi 5 anni di attività, non significa che non debbano rispettare le normative dello Stato, in primis proprio la norma sulla crisi d’impresa!!!

Utilizzando strumenti, logiche e soprattutto modelli diversi nella stesura del business plan l’imprenditore avrà una marea di numeri di difficile interpretazione, soprattutto perché non confrontabili con i prospetti obbligatori per legge, dai quali ricevere ben poche informazioni che lo possano veramente aiutare nella conduzione della sua impresa!

CONTESTAZIONI

C1 Attendibilità dell’analisi dei ricavi prospettici in relazione al competitor e/o settore target a 5 anni

OSSERVAZIONE:

L’analisi dei ricavi prospettici non risulta attendibile in quanto il tasso di crescita medio annuo ponderato (CAGR) dei ricavi della startup non è coerente con il tasso di crescita medio annuo ponderato (CAGR) del settore target. Nello specifico il CAGR della startup si attesta su un valore pari al 58% rispetto ad un CAGR di settore che si attesta intorno al 7% annuo, risultando pertanto sovrastimato

RISPOSTA:

Premesso che, riprendendo l’esempio riportato sul sito di Borsa Italia1 e modificando i dati, il CAGR dell’iniziativa non è pari al 58% bensì al 41% , non comprendiamo perchè il CAGR di una startup nei primi 4 anni, in qualunque settore essa operi, venga paragonato ad uno di settore.

Esso non sarà assolutamente confrontabile se non con quello di altre startup.

Il dato di settore, infatti, è viziato da quello di aziende anche molto strutturate e ben lontane dalle fasi earlystage. Pertanto confrontare un dato di settore è a ns parere asettico e non ne comprendiamo la logica.

Le variazioni % del fatturato, espresse nel BP, sono legate a fatturati molto poco consistenti nei primissimi anni che, per effetto della permanenza nel mercato crescono in volume nel quarto anno.

1 https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/cagr-259.htm… Dato un fatturato iniziale di 5 milioni di euro e uno dopo 6 anni di 10 milioni di euro, il CAGR sarà uguale a [(10/5)^1/6]-1, cioè a 0,12246, ossia la società in sei anni avrà mostrato una crescita annua percentuale del 12,24% circa. Che diventa per xxxxxx [(837/211)^(1/4)]-1 =41,12%

C2 Sostenibilità dei tassi di crescita dei ricavi

Le previsioni di redditività e di sostenibilità dei tassi di crescita dei ricavi non sono attendibili in quanto, il Piano d’Impresa evidenzia un’esposizione debitoria elevata rispetto ai mezzi propri, tenuto altresì conto dei finanziamenti da contrarre e delle esigenze di capitale, necessarie a sostenere i tassi di crescita ipotizzati. Il tasso di crescita medio dei ricavi prospettici non risulta sostenibile rispetto alla redditività del capitale impiegato rilevato nell’anno a regime (terzo anno). Le previsioni di redditività non risultano supportate da un’analisi di mercato credibile, e la capacità restitutoria del finanziamento non risulta
dimostrata in relazione al cash flow generato dall’attività.

RISPOSTA:

ANNO 1ANNO 2TOTALE 1+2
MEZZI PROPRI36,941,076,9
DEBITI FINANZARI71,2144215,2
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA71,2144215,20
TOTALE PASSIVO108,1185293,1
INDICE DI INDEBITAMENTO2,924,53,81

La valutazione secondo la quale “La previsione di redditività e di sostenibilità dei tassi di crescita dei ricavi non sono attendibili in quanto, il Piano d’impresa evidenzia un’esposizione debitoria elevata rispetto ai mezzi propri,…” è decisamente confutata dai numeri.

Il BP prevede infatti un leverage tutt’altro che elevato. Questo è stato fatto proprio per preservare il valore di lungo periodo dell’impresa e contenere l’accesso al credito al solo finanziamento Smart & Start. Lavorare nei primi 2 anni di vita con un leverage medio del 3,8 è indubbiamente un plauso, oltretutto è stato previsto un consistente aumento di capitali in denaro proprio per apportare risorse fresche e immediate all’attività.

C3 Copertura del fabbisogno finanziario dell’iniziativa

Il prospetto degli impieghi e fonti di copertura evidenzia un fabbisogno finanziario extra contributi per il quale sono previste coperture non sufficienti. Nello specifico, la copertura finanziaria della parte del piano di impresa non assistita dalle agevolazioni, complessivamente quantificata in € 106.380,00 (20% imponibile piano d’investimento +22% IVA) di Fabbisogno Extra SSI e € 11.503,21 € di flussi di cassa
negativi nel primo anno, avverrà mediante mezzi propri per € 77.960,91.

RISPOSTA:

Nel caso della valutazione dei prospetti di impieghi e fonti di copertura, vengono erroneamente indicati dal valutatore dei flussi di cassa negativi per 11.503,21 che, invece, non sono presenti.

Dal prospetto dei flussi di cassa presentato, infatti, il primo anno si chiude con un delta cassa positivo di 401,29 euro.

Rileviamo un errore anche nell’interpretazione dell’iva sull’investimento quale necessità di cassa perché, la sola IVA da finanziare è stata indicata nel prospetto delle fonti e degli impieghi come “iva sugli impieghi”. Non è stato infatti un caso che la startup abbia scelto di distribuire gli investimenti sul primo e soprattutto sul secondo anno di attività, ciò al fine di ben equilibrare le necessità di cassa, legate anche all’iva a credito che si sarebbe naturalmente generata.

FAQ – Smart & Start o Smart&start

Quali sono i settori di attività ammessi al programma Smart & Start?

Il programma Smart&Start è rivolto a imprese innovative che operano in uno dei seguenti settori di attività:
Informatica e telecomunicazioni;
Biotecnologie e nanotecnologie;
Energia;
Materiali;
Trasporti;
Industria manifatturiera;
Servizi alla persona;
Turismo.

Come posso presentare domanda per Smart & Start?

Le domande di agevolazione possono essere presentate esclusivamente online sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico. La procedura di presentazione delle domande è guidata e semplice da seguire.

Quali sono i controlli a cui sono sottoposte le imprese beneficiarie delle agevolazioni?

Le imprese beneficiarie delle agevolazioni di Smart & Start sono sottoposte a controlli da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. I controlli hanno lo scopo di verificare il rispetto dei requisiti previsti dal programma e l’utilizzo delle agevolazioni secondo le modalità previst

Pasquale Stefanizzi
Pasquale Stefanizzi

Esperto in Rapporti
Banca-Impresa & Crowdfunding

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