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Attivo e passivo di bilancio

Attivo e passivo di bilancio

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Attivo e passivo di bilancio rientra negli appuntamenti che ho denominato “Imparare la finanza” che hanno lo scopo di offrire elementi minimi di conoscenza di finanza d’impresa, necessari per chiunque.

Sono informazioni che tutti dovrebbero conoscere per evitare insidie e problemi, fugare dubbi e vivere la propria esistenza in modo finanziariamente consapevole.

L’argomento di oggi, attivo e passivo di bilancio, è decisamente importante non solo per gli imprenditori ma per ciascuno di noi.

C’è infatti molta confusione, soprattutto in ambito di stato patrimoniale e particolarmente nella definizione del patrimonio di ciascuno di noi.

Per questo ho approfondito l’attivo e il passivo di bilancio.

Attivo e passivo di bilancio: spieghiamolo con degli esempi

Attivo di bilancio

Nel video sono entrato nel vivo di attivo e passivo di bilancio, attraverso degli esempi. Probabilmente sono assai banali ma l’obiettivo è spiegare per capire.

Nell’attivo di bilancio rientrano gli impieghi, ovvero le cose in cui si impiegano i soldi.

Ciò è tanto vero per le imprese quanto per ciascun soggetto.

Si acquisteranno fattori produttivi che potranno essere:

  • a fecondità ripetuta, ovvero che offriranno il loro beneficio per più esercizi (per più anni)
  • a fecondità sempliche, ovvero che offriranno il loro beneficio solo per 1 atto di gestione.

Distinzione tra fattori produttivi

Rientreranno nella categoria dei fattori produttivi a fecondità ripetuta tutti gli investimenti in immobilizzi che, a loro volta, potranno essere:

  • materiali – impianti, macchinari, attrezzature, fabbricati, terreni, ecc.
  • immateriali – brevetti, costi di impianto e di ampliamento, software, ecc.
  • finanziari – partecipazioni, titoli che non rientrano nell’attivo circolante, ecc.

Rientrano, invece, nella categoria dei fattori produttivi a fecondità semplice le rimanenze di merci, i crediti e la disponibilità.

Passivo di bilancio

Nel passivo di bilancio bisognerà indicare tutte le fonti di finanziamento.

E’ possibile rintracciare risorse finanziarie, utili per sostenere il fabbisogno finanziario di ciascuno di noi, attraverso 2 fonti:

  • capitale di rischio – ovvero il denaro che mette l’imprenditore all’interno della sua impresa e che rischierà di perdere nel caso in cui il business non dovesse essere profittevole come abbia immaginato prima dell’avvio
  • capitale di terzi – ovvero il denaro che investono terzi soggetti, offrendo a titolo diverso credito all’impresa.

Questa differenza è tanto valida per le imprese e per gli imprenditori quanto per ciascuno di noi.

Tipologie di debito

Nel caso del capitale di terzi, vi è da esplicitare che questo denaro potrà affluire all’impresa attraverso 2 strade:

  • debito di finanziamento – caratterizzato dal fatto che all’impresa arriva NUOVO DENARO e per il quale l’impresa PAGHERA’ un TASSO DI INTERESSE
  • debito di funzionamento – caratterizzato dal fatto che all’impresa NON arriva NUOVO DENARO (gli è offerta una DILAZIONE DI PAGAMENTO) e per il quale l’impresa NON PAGHERA’ un TASSO DI INTERESSE.

Quest’ultima affermazione, quella relativa al fatto che il debito di funzionamento non sia oneroso di interessi passivi, deve essere confermata nel senso che bisognerebbe provare ad ottenere uno sconto per il pagamento pronto cassa per capire se effettivamente quella merce sia stata acquisita con una dilazione a costo ZERO!

Se ci venisse offerto uno sconto, qualunque esso sia, allora quel costo è pari proprio agli interessi occulti che l’impresa starà pagando per la dilazione ottenuta.

Questo aspetto è tutt’altro che trascurabile in un contesto in cui il ciclo del circolante di un’impresa sia fortemente condizionato da incassi e pagamenti dilazionati nel tempo.

In questo caso, quindi, diventa strategico il ruolo del tesoriere il quale dovrà abilmente e continuativamente trovare la quadra tra incassi e pagamenti che seguiranno logiche e scadenze anche molto diverse tra loro.

In sintesi

In attivo e passivo di bilancio non ho inserito alcun esempio, vi invito a visionare il video dove invece ogni categoria di impiego e di fonte di finanziamento è corredata da esempi, forse molto semplici ma tutt’altro che scontati.

Pasquale Stefanizzi
Pasquale Stefanizzi

Esperto in Rapporti
Banca-Impresa & Crowdfunding

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