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Tassi di interesse ed inflazione: 2 elementi correlati?

Tassi di interesse ed inflazione

Indice Contenuti

Tassi di interesse ed inflazione: 2 elementi correlati? è il post dedicato all’analisi di questi due importanti indicatori economici.

Quelli in analisi sono due dei principali indicatori economici che influenzano la vita di tutti i giorni di milioni di persone. Ma come sono collegati?

Tassi di interesse ed inflazione 2022 2023
Tassi di interesse ed inflazione: 2 elementi correlati?
Tassi di interesse e inflazione correlazione
Tassi di interesse ed inflazione: 2 elementi correlati?

In questo post cercherò di fare il quadro di quanto stia accadendo attualmente sui mercati monetari, condizionati dall’incremento esponenziale dei tassi di sconto, a fronte di un incremento dei prezzi che sembra indomabile. In particolare, cercherò di capire se sia condivisibile ovvero se sia pericoloso, per un’implosione del sistema economico, quest’esponenziale incremento dei tassi di riferimento da parte delle banche centrali del mondo (chiaramente a noi interessa la BCE benché spesso, purtroppo, scimiottiamo quanto accede in USA con la FED).

Cercherò di comprendere la complessa correlazione tra le due grandezze esaminate e come questa relazione possa avere un impatto su economia, finanza e decisioni quotidiane. 

Chiaramente non c’è strumento finanziario di debito (es. bond) esente dal rischio di variazione del tasso, a meno che non si tratti di un finanziamento a tasso fisso (attenzione a non accendere adesso mutui a tasso fisso) già sottoscritto ovvero o di mutuo con un derivato di tasso.

Definizione di inflazione e tassi di interesse 

Prima di parlare della correlazione tra questi due concetti, è essenziale comprendere cosa siano.

L’inflazione è l’aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi in un’economia. Questo fenomeno influenza direttamente il potere d’acquisto delle persone e la stabilità economica di un Paese.

Un’inflazione bassa è generalmente vista come positiva poiché promuove la stabilità economica, mentre l’inflazione elevata può causare gravi problemi sulla capacità di spesa di famiglie e imprese.

I tassi di interesse, invece, rappresentano il costo del denaro e la remunerazione per il rischio associato al prestito di denaro. Le banche centrali variano i tassi, attraverso politiche monetarie e creditizie, per influire sulle scelte delle imprese e per ridurre la spesa e gli investimenti dei consumatori.

Correlazione tra tassi di interesse ed inflazione 

La correlazione tra le due grandezze è complessa e varia a ragione delle condizioni economiche. In generale, esistono tre tipi di correlazione tra questi due fattori: 

Incremento dei tassi

In alcune situazioni, un aumento dei tassi può contribuire a controllare l’inflazione. Le banche centrali spesso aumentano i tassi per frenare la spesa eccessiva e prevenire l’espansione incontrollata della domanda, che potrebbe portare a un’escalation dei prezzi. 

Riduzione dei tassi

In altre situazioni, i tassi bassi possono essere utilizzati per stimolare l’economia in tempi di recessione e ridurre la disoccupazione. Questo stimolo economico può comportare un aumento del ribasso. 

Assenza di correlazione

In alcuni casi, non esiste alcuna correlazione evidente tra tassi di interesse e inflazione. Questo può accadere quando altri fattori economici influenzano in modo significativo l’inflazione, come le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime o le condizioni del mercato del lavoro. 

Implicazioni per gli investitori e i consumatori 

La comprensione della connessione tra tassi e incremento dei prezzi è fondamentale per gli investitori e i consumatori.

Ad esempio, se si prevede un aumento dei prezzi, gli investitori potrebbero cercare di proteggere il loro portafoglio attraverso investimenti più sicuri, come obbligazioni indicizzate all’inflazione. In alternativa, ci si vedrebbe depauperati i propri risparmi nella propria capacità di acquisto. Se, invece, a muoversi sono i tassi e questi dovessero aumentare, i consumatori potrebbero vedere i loro prestiti a tasso variabile diventare più costosi. 

La relazione tra inflazione e tassi d’interesse è complessa e può variare notevolmente a seconda delle condizioni economiche e delle politiche adottate dalle banche centrali. Gli investitori e i consumatori devono monitorare attentamente questi fattori per prendere decisioni sulle proprie finanze. 

Questi indicatori riflettono la salute dell’economia, il loro aggiornamento e la loro conoscenza possono aiutare a navigare meglio nel mondo finanziario in continua evoluzione. 

Inflazione importata: cause e dinamiche

Il momento che stiamo vivendo non è di inflazione da domanda, ossia di in incremento dei prezzi derivante da un elevato incremento dei consumi e degli investimenti. Bensì è un’inflazione importata, la quale si manifesta quando l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi è determinato da fattori esterni al Paese. Questi fattori possono comprendere l’incremento dei prezzi delle materie prime, le fluttuazioni dei tassi di cambio o eventi geopolitici. Un esempio tangibile è rappresentato dall’ascesa dei costi del petrolio, che si è riverberato sui prezzi dei carburanti e dei prodotti energetici, derivante proprio dallo shock energetico causato dal conflitto tra Russia e Ucraina.

I limiti dell’impatto degli aumenti dei tassi di interesse

Spesso le autorità monetarie cercano di contenere l’aumento dei prezzi attraverso un incremento dei tassi. L’idea di base è che un aumento dei tassi possa scoraggiare la spesa e l’indebitamento di imprese e consumatori, contribuendo così a ridurre la domanda interna e a frenare l’inflazione. Tuttavia, questa strategia può risultare inefficace in presenza di inflazione importata.

I motivi di ciò sono legati ai seguenti aspetti.

Esternalità

L’inflazione importata è il risultato di fattori al di fuori del controllo delle autorità monetarie, anche internazionali. Aumentare i tassi per contenere l’aumento dei prezzi non interviene sulle cause esterne che la determina.

Impatto sulle spese

L’incremento dei tassi d’interesse può avere un impatto limitato sulle decisioni di spesa di imprese e consumatori quando ci sono obblighi di legge o necessità contingenti che spingono verso la spesa e/o gli investimenti.

Non necessariamente si ridurranno le spese anzi potranno alimentare l’inflazione stessa a causa della necessità degli aumenti dei listini per non perdere competitività.

In questo momento storico si stanno spingendo (all’inverosimile) imprese e famiglie verso spese e investimenti green, di fatto aumentando i consumi (per esempio in acquisto di impianti fotovoltaici), che mantengono alta l’inflazione!!!

Per cui, a livello politico, bisognerebbe decidere quale strada intraprendere, è piuttosto inutile chiedere uno sforzo d’investimento a famiglie e imprese, verso l’adozione di nuovi beni, a fronte anche di lauti incentivi se, di contro, l’aumento vertiginoso dei tassi d’interesse richiede loro uno sforzo enorme in termini di interessi da pagare.

Effetti collaterali

L’aumento dei tassi può comportare effetti collaterali, come il rallentamento dell’attività economica e la contrazione del mercato del lavoro (aumento della disoccupazione). Tali impatti potrebbero peggiorare la situazione economica senza riduzione generalizzata dei prezzi. Questo scenario è definito tecnicamente staginflazione, ossia inflazione (che non si può eliminare perché costretta da eventi esterni e recessione derivante dalla politica economica di contenimento di consumi e investimenti) mista a recessione.

In sintesi

L’inflazione importata rappresenta una sfida unica per le autorità economiche. In tali situazioni, l’incremento dei tassi potrebbe risultare inefficace o addirittura dannoso (come, purtroppo, sta accadendo in questo momento storico).

È importante adottare una prospettiva più ampia e considerare misure alternative per affrontare la crisi quando è chiaramente il risultato di fattori esterni, e non di un eccesso di domanda interna. La trasparenza e la comunicazione con il pubblico possono svolgere un ruolo cruciale nell’affrontare questa complessa questione economica.

Ci si interroga sul bisogno che lo scorso anno ci fu di introdurre mezzi e strumenti straordinari per far fronte al vertiginoso incremento del costo delle materie energetiche (credito d’imposta sulla spese energetica).

Al pari oggi bisognerebbe chiedersi quanto sia necessario introdurre sistemi che possano aiutare famiglie e imprese a far fronte all’incremento vertiginoso e senza concrete ragioni dei tassi di interesse (ho spiegato prima come sia uno strumento inutile l’incremento dei tassi di fronte ad un’inflazione esogena).

Di contro però non avrebbe alcun senso aiutare gli operatori economici se lo scopo finale è rappresentato proprio dal bisogo di condizionare le loro scelte d’acquisto!

Fermate l’incremento dei tassi prima che sia troppo tardi!!!

P.S. Fonte dei dati:

Aggiornamento di gennaio 2024

Condivido questo video perché penso possa tornare molto utile al lettore di questo post.

FAQ – Tassi di interesse ed inflazione

Come si muovono i.n.f.l.a.z.i.o.n.e e t.a.s.s.i di interesse?

Solitamente la variazione dei tassi è in ragione della necessità di contenere o di accelerare la crescita economica, attraverso il loro aumento ovvero la loro riduzione. L’interesse reale però è minore dell’interesse nominale (o rendimento nominale) proprio a causa dell’effetto inflattivo.

La correlazione tra i due indicatori economici è positiva, negativa o nulla?

La correlazione può essere di tutti e tre i tipi in ragione delle motivazioni per cui si è arrivati a rilevare l’incremento dei prezzi (per esempio, in quella importata sono da individuare in elementi esogeni all’economia di un Paese).

L’incremento dei tassi può provocare inflazione?

Purtroppo sì! E’ proprio quanto sta accadendo in questo momento. A causa degli elevati costi finanziari, le imprese sono costrette a scaricare sul prezzo di vendita e l’incremento dei listini l’eccesso di costo. Conseguentemente accade che l’incremento dei tassi accelera l’inflazione invece di contenerla!

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