Come impostare un piano risparmio: guida essenziale 2 mosse

Come impostare un piano risparmio guida essenziale 2 mosse

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Come impostare un piano risparmio: guida essenziale 2 mosse è il post che offre indicazioni didattiche per cominciare a risparmiare in modo consapevole. Questa attività non è semplice perché l’inflazione erode il potere d’acquisto e i tassi variabili espongono a incertezza. Esistono però strumenti regolati e accessibili che, in determinate condizioni, possono aiutare a gestire la liquidità con un profilo di rischio contenuto, senza addentrarsi nella finanza speculativa.

Prima di proseguire corre l’obbligo di ribadire che i contenuti hanno finalità esclusivamente didattiche e divulgative. Non costituiscono consulenza finanziaria/fiscale/legale, né raccomandazioni personalizzate o sollecitazione all’investimento. Le informazioni sono generali e potrebbero non essere complete o aggiornate; non considerano obiettivi e situazione del singolo lettore. Ogni decisione è a carico del lettore; valuta i rischi e consulta un consulente abilitato. I rendimenti passati non garantiscono risultati futuri.

Bisogna poi, prima di ogni scelta, aver compreso come funziona la tassazione dei diversi strumenti e quali sono le voci di costo effettive. Questo perché se si guarda alla tassazione sui conti deposito, ci si accorge di come sia articolata in modo molto diverso rispetto ad altre forme di risparmio e di accumulo di liquidità. Spieghiamo tutto in questa guida.

I conti deposito: prudenza e convenienza

Il conto deposito è una delle soluzioni più note tra i risparmiatori perché concilia prudenza e semplicità. È possibile affermare come sia a metà strada tra un salvadanaio virtuale e un conto corrente operativo, quindi uno strumento destinato unicamente a “ospitare” somme in giacenza per un periodo definito, in cambio di un piccolo rendimento. Può essere con vincolo, quando il denaro resta bloccato fino alla scadenza per ottenere tassi più alti, o senza vincolo, se si vuole mantenere libertà di prelievo.

La sicurezza di questi conti è data principalmente dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che garantisce fino a 100.000 euro per depositante e per banca. Ciò significa che, entro tale limite, anche in caso di problemi dell’istituto, le somme depositate sono protette. È una copertura importante, che consente di ottenere un piccolo rendimento su capitali altrimenti fermi, con un rischio contenuto.

Dal punto di vista fiscale, la ritenuta sugli interessi attivi è del 26%, trattenuta direttamente dalla banca al momento dell’accredito. Gli interessi sono quindi già netti, e il correntista non deve dichiararli nel modello 730 o nel Modello Redditi.

Per sintetizzare

  • Cosa sono: “parcheggio” per somme in giacenza; versioni con vincolo (tassi in genere più alti, minore disponibilità) e senza vincolo (maggiore flessibilità).
  • Sicurezza: copertura FITD fino a 100.000 € per depositante e per banca; resta un rischio emittente residuo e la disciplina bail-in.
  • Fisco: ritenuta 26% sugli interessi a titolo d’imposta; la banca trattiene alla fonte.
  • Imposta di bollo: 0,20% annuo sul capitale (minimo 1 € per giacenze < 5.000 €), calcolata e versata dall’intermediario.
  • ISEE: gli interessi sono soggetti a imposta sostitutiva non entrano nel reddito ISEE; contano invece saldi al 31/12 e giacenze medie.

Capire tasse e costi prima di scegliere: bollo e reddito da capitale

La tassazione varia a seconda dello strumento e incide sul rendimento netto. In particolare, i conti deposito hanno un regime diverso rispetto ad altre forme di gestione della liquidità. Di seguito una sintesi operativa.

Accanto alla ritenuta del 26%, i conti deposito sono soggetti anche a un’imposta di bollo, che costituisce una mini-patrimoniale proporzionale alle somme depositate. Per legge, questa imposta è pari allo 0,20% del capitale, con un minimo di 1 euro per giacenze inferiori a 5.000 euro. È la stessa aliquota prevista per altri strumenti finanziari, ma applicata in forma più semplificata: la banca la calcola automaticamente e la versa all’Agenzia delle Entrate.

Va ricordato che, ai fini fiscali, gli interessi sui conti deposito rientrano nella categoria dei redditi di capitale, e come tali non incidono sull’ISEE se non superano determinate soglie. Chiaramente, i valori depositati contribuiscono al patrimonio mobiliare ai fini del calcolo complessivo dell’indicatore.

Alternative a basso rischio: conti correnti remunerati e buoni postali

Chi preferisce non vincolare il denaro può considerare l’apertura di un conto corrente e, quindi, un conto corrente remunerato, che combina le funzioni di un conto tradizionale con un piccolo rendimento sulle giacenze. Anche qui si applicano la ritenuta del 26% sugli interessi e, oltre i 5.000 euro, l’imposta di bollo fissa di 34,20 euro. Le condizioni, però, variano molto da banca a banca, e spesso i tassi sono promozionali solo per i primi mesi.

Un’altra forma di risparmio con minori rischi di mercato sono i buoni fruttiferi postali, garantiti dallo Stato attraverso Cassa Depositi e Prestiti. I rendimenti sono modesti ma stabili, la tassazione sugli interessi è ridotta al 12,5% e non si applica alcuna imposta di bollo se il valore complessivo dei buoni non supera i 5.000 euro.

Per sintetizzare

Conto corrente remunerato: interessi tassati al 26%; bollo fisso 34,20 € se giacenze medie > 5.000 € (condizioni spesso promozionali e temporanee).

Buoni fruttiferi postali (CDP/garanzia Stato): tassazione 12,5%; esenzione bollo se il controvalore dei buoni non supera 5.000 €; rendimento modesto e rischio tasso/tempo.

INDISPENSABILE: definire le regole del tuo piano

  1. Obiettivo e orizzonte (cuscinetto, spese previste, ecc.)
  2. Quota mensile automatica (standing order)
  3. Strumento coerente con orizzonte/liquidità (libero vs vincolato)
  4. Controllare costi/bollo e rivedere a scadenza promo

A scanso di equivoci e benché lo abbia già scritto, ribadisco che i contenuti hanno finalità esclusivamente didattiche e divulgative. Non costituiscono consulenza finanziaria/fiscale/legale, né raccomandazioni personalizzate o sollecitazione all’investimento. Le informazioni sono generali e potrebbero non essere complete o aggiornate; non considerano obiettivi e situazione del singolo lettore. Ogni decisione è a carico del lettore; valuta i rischi e consulta un consulente abilitato. I rendimenti passati non garantiscono risultati futuri.

Immagine di Pasquale Stefanizzi
Pasquale Stefanizzi

Esperto in Rapporti
Banca-Impresa & Crowdfunding

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